Riuscire davvero sul lavoro? Prova a imparare a copiare

Roberto Scaramuzza - Linkedin profile

Roberto Scaramuzza – Linkedin profile

Nessuna opera, nessuno gesto, è davvero originale, il genio sta nel saper cogliere e riadattare le idee altrui alla propria realtà e ai propri impegni. All’arte del furto dedica un libro lo statunitense Austin Kleon, artista, scrittore e consulente di Google, Pixar e TEDx. Un manifesto di intenti e un manuale pratico, con 10 regole per copiare con originalità e riuscire nel lavoro e nella vita.

Lo diceva anche Pablo Picasso: l’arte è un furto. Ma rubare o, meglio, prendere spunto dalle idee altrui e rielaborarle con creatività, può essere la strada anche per avere successo nella vita e sul lavoro. Ne è convinto l’artista e scrittore statunitense, nonché consulente e relatore di Google, Pixar Foursquaree e TEDx, Austin Kleon, che all’arte del furto ha dedicato un libro, inserito fra i bestseller del New York Times e appena pubblicato in Italia da Vallardi (“Ruba come un artista”, pag. 160, euro 10).

Secondo Austin Kleon, tutti i grandi artisti si sono ispirati ad altri: “Niente nasce dal nulla quando si parla di idee”. Non bisogna quindi avere paura o vergogna nel prendere liberamente spunto da idee altrui, perché nel lavoro, in quello creativo in particolare, è un processo inevitabile. È giusto allora copiare, ma non plagiare: il plagio è appropriazione indebita, copiare è diverso, significa rielaborare qualcosa di esistente, arricchendolo con la propria personalità, il proprio stile, le proprie idee. Sembra che anche David Bowie lo sostenesse: “La sola arte che potrei mai studiare è quella da cui poter rubare”.

Per Kleon, il furto e la rielaborazione delle idee sono l’unico modo per lavorare, scrivere, produrre. “Di fatto, ogni persona è il collage di tute le componenti che ha scelto di accogliere nella propria esistenza: la somma delle influenze subite”. Copiare diventa quindi un valore positivo, qualcosa che permette di produrre ed esprimersi con libertà. Ma non c’è solo il “furto autorizzato” nella filosofia di Kleon. L’autore esorta a creare, sperimentare, lavorare senza sosta, a prendere di petto la propria vita e il proprio destino. Il suo primo obiettivo è infatti fare alzare i lettori dalla sedia e portarli a fare: non si sa bene cosa, verrà in mente seguendo ognuno la propria ispirazione.

Per sprigionare la propria creatività e metterla al servizio del lavoro, Kleon detta 10 regole fondamentali e su queste articola il suo pensiero. Oltre al già noto furto d’artista, insiste sul bisogno di non perdere tempo a trovare una strada, perché il modo migliore per conoscere se stessi e avere nuove idee è fare. “Se per cominciare a essere creativo avessi aspettato di sapere quello che sono o a cosa fossi destinato – scrive –, starei ancora lì seduto a cercare di comprendermi invece di fare cose concrete”. Infatti, è “nell’atto di compiere azioni e sviluppare la propria opera che si arriva a scoprire quello che si è”.

Produrre significa inoltre amare ciò che si fa, perché nella vita e nella carriera la passione è tutto. È quindi necessario impegnarsi in ciò che più può rendere felici: “Scrivi il genere di storia che ti piace di più, scrivi la storia che vorresti leggere” è il consiglio. Importante, inoltre, usare le mani, pasticciare e scarabocchiare, staccandosi ogni tanto da monitor e display. “Non servono ricerche scientifiche (di cui peraltro non mancano esempi) per sapere che stando al computer tutto il giorno si va morendo, insieme al processo creativo”. La soluzione è allora avere due postazioni per lavorare e pensare: una analogica (con colla, forbici, carta, matite, pennarelli e post-it) in cui prendere appunti e buttare giù le idee così come vengono, l’altra digitale per correggere e rifinire solo quelle che funzionano.

Un buon modo per avere idee geniali è anche coltivare hobby, prendersi del tempo per se stessi, giocare, bighellonare, persino annoiarsi. Kleon, per esempio, adora stirare, perché lo annoia così tanto che quasi sempre gli vengono in mente buone idee. “Quando sei a corto di idee – spiega –, mettiti a lavare i piatti, fatti una passeggiata chilometrica, fissa un punto sulla parete il più a lungo possibile, trova il tempo di fare cose inutili, smarrisciti, gironzola a casaccio: chissà dove potresti arrivare”.

E quando finalmente l’idea arriva? Allora è tempo di condividerla. Semplicissimo farlo, e senza alcun limite geografico, attraverso blog, siti e social network. Certo, non va rivelato tutto, ma internet è fondamentale per capire se un progetto funziona o se qualcosa va corretto. Non solo: il web può essere un incubatore di nuove idee, una fonte inesauribile per imparare da chi è più bravo e, perché no, rubacchiare qua e là. Ma con onestà e creatività.